Il Giorno in Cui Decidi di Cambiare

Matteo fissava la sua immagine nello specchio dello spogliatoio.

I neon illuminavano la sua figura, il sudore scivolava lungo la fronte, il fiato corto dopo l’ultimo esercizio. Intorno a lui, ragazzi che sollevavano pesi con sicurezza, uomini e donne che sembravano sapere esattamente cosa stavano facendo.

Lui, invece, si sentiva fuori posto.

Era sempre stato quello che rimandava. Il ragazzo delle “buone intenzioni”, quello che diceva “da lunedì inizio” e che puntualmente smetteva dopo un mese. Quello che comprava abbonamenti in palestra senza mai usarli, che iniziava una dieta per poi cedere alla prima tentazione.

Quante volte aveva provato? Troppe.

E ogni volta si era raccontato la stessa bugia: “Non fa per me. Io sono fatto così.”

Ma dentro di sé sapeva la verità.

Non era che non facesse per lui. Era che non aveva mai resistito abbastanza. Ogni volta che si era fermato, non era stato perché non poteva farcela. Era stato perché aveva scelto di mollare.

E ora era di nuovo lì.

Aveva pensato di saltare quell’allenamento. Aveva sentito la vocina nella sua testa ripetergli che era stanco, che aveva avuto una giornata pesante, che tanto una sessione in meno non avrebbe fatto la differenza.

Ma questa volta era diverso.

Questa volta non cercava scuse.

Si guardò di nuovo nello specchio. Vide tutte le versioni di sé che avevano mollato. Vide il ragazzo che si era arreso alla fatica, che aveva lasciato vincere la pigrizia, che aveva sempre aspettato “il momento giusto” senza mai trovarlo.

E si disse: “Basta.”

Non servivano promesse, non serviva motivazione. Serviva solo una scelta.

Non doveva essere perfetto. Non doveva sollevare più pesi degli altri. Non doveva ottenere risultati immediati.

Doveva solo fare quello che aveva deciso di fare.

Prese fiato, tornò sotto al bilanciere.

Il corpo gli diceva di fermarsi. La mente cercava ancora di convincerlo che non serviva.

Ma lui, questa volta, non ascoltò.

Quella serie di squat era solo un esercizio, ma significava molto di più. Era la prova che stava diventando la persona che voleva essere.

La fine dell’allenamento arrivò quasi senza accorgersene. Uscì dalla palestra con le gambe pesanti, ma dentro si sentiva più leggero.

Non perché aveva fatto qualcosa di straordinario, non perché i risultati erano già visibili.

Ma perché aveva vinto una battaglia contro sé stesso.

Aveva scelto la disciplina invece della scusa. Aveva scelto il miglioramento invece della comodità. Aveva scelto di cambiare.

E mentre tornava a casa, lo capì con certezza:

Non sarebbe mai più stato lo stesso.